Euribor Project
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31/07/2023

Il progetto EURIBOR in Italia - dal punto di vista di un esperto

Tra le varie emergenze italiane quella della crescita dei NEET (not in Education, Employment or Training), sta assumendo dimensioni preoccupanti.

I giovani che non studiano, non lavorano e che non sono inseriti in percorsi formativi hanno superato in Italia i tre milioni, di cui quasi i due terzi è costituito da donne. Ciò rende l’Italia uno dei paesi europei con il più alto numero di giovani NEET, con un’incidenza maggiore nelle regioni del centro-sud.

 

 

In questo contesto si inseriscono numerose iniziative europee e governative atte a contrastare tale fenomeno attraverso delle politiche attive che vedono i giovani NEET come beneficiari.

Tra queste si inserisce il progetto EURIBOR, di cui REATTIVA, Organizzazione no profit con sedi a Campobasso e Firenze, è partner per l’Italia.

Il progetto è destinato a contrastare il suddetto fenomeno attraverso azioni mirate di inclusione sociale e training on the job aventi come destinatarie donne di età compresa tra i 15 ed i 29 anni.

Il Progetto ha previsto, infatti, una selezione di 30 donne in una situazione di vulnerabilità, residenti in aree particolarmente svantaggiate, provenienti da flussi migratori, rifugiate, rientranti in un target caratterizzato da disagio sociale o psicologico, da avviare ad un percorso formativo in materia di e-commerce e marketing digitale.

Ecco che il progetto assume la duplice valenza ed il duplice obiettivo di progetto di inclusione sociale e progetto di politica attiva del lavoro. Attualmente il progetto è in fase di attivazione dei tirocini con aziende del territorio.

La difficoltà maggiore nell’espletamento delle attività progettuali è stata sicuramente quella dell’intercettazione del target di riferimento afferente a persone che vivono ai margini della società, ragazze in abbandono scolastico, ragazze che, pur avendo completato un percorso di studi, non hanno intrapreso un percorso lavorativo, ragazze madri, straniere soggiornanti nei centri di accoglienza. La metodologia utilizzata è stata quella della creazione di una rete tra i vari stakeholders tra i quali scuole, comuni, enti pubblici locali, associazioni di volontariato, ambiti territoriali sociali e Centri per l’Impiego del territorio.

Attraverso azioni sinergiche e concertate tra tutti gli attori, il Team del Progetto è riuscito ad individuare e seguire le candidature di 45 donne di varia provenienza. Quindi, dopo il momento procedurale legato alla selezione, sono venute fuori le storie di vita di queste donne, storie a volte buie e lontane dall’idea comune di adolescenza cui siamo abituati.

Le selezioni, seguite da un team costituito da un esperto del mercato del lavoro, un esperto di formazione, un assistente sociale, si intrecciano infatti con racconti di esperienze migratorie, di fuga dalla fame, dalla guerra, a piedi per migliaia di chilometri, violenze lungo il difficoltoso viaggio, malattie, disperazione e distacco dalle famiglie di origine, fino all’approdo nei centri di accoglienza dove, a lenire le ferite e ad iniziare un progetto di speranza, c’è quella condivisione con occhi che ugualmente hanno visto fame e sofferenze.

Storie di mondi lontani provenienti dal martoriato continente africano ma anche toccanti storie di un mondo che è il nostro mondo, una Europa che ci stupisce con una negazione di diritti e libertà e con una guerra che ancora ci appare inspiegabile, quanto inaccettabile. Storie di ragazze fuggite dall’Ucraina del 2022, martoriata da una guerra che ci sembra ancora una finzione e che invece nei loro racconti ha tutta la crudeltà degli orrori del passato.

Ancora, vengono fuori storie di piccolissimi paesi in cui, nascoste in piccole case, vivono o sopravvivono, ragazze con una vita molto diversa da quelle delle loro coetanee nate e vissute in contesti urbani.

Ragazze che per sopravvivere si aggrappano le une alle altre, consapevoli che da sole solo troppo fragili per trovare la forza di ricostruire una nuova vita. Delicate e fragili; difficile colloquiare con loro perché ogni domanda può far bruciare di nuovo le ferite delle loro anime.

Da un silente e pregresso torpore, tutto questo scenario è esploso con l’esplorazione avviata con il Progetto EURIBOR. Storie diverse, molte difficili, legate a ragazze a cui dare la speranza di acquisizione della consapevolezza di sé in primis e poi di un ingresso in una società che possa apparire meno estranea, fino alla formazione che permetta un inserimento nel mondo del lavoro che possa farle diventare protagoniste della loro vita

 

Written by Luisa,

Esperto di progetti

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